Che cosa sono i fondi paritetici interprofessionali?
Per favorire la competitività delle imprese di ciascun settore economico ed aumentare le potenzialità dei lavoratori, possono essere istituiti, con accordi interconfederali, fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua dei lavoratori dipendenti.
Il datore di lavoro, azienda o professionista, non è obbligato ad aderire a un fondo interprofessionale: tuttavia, aderire a un fondo interprofessionale non comporta alcun onere aggiuntivo, perché l’aliquota versata al fondo prescelto (in parole semplici, una parte dei contributi Inps), nel caso in cui il datore non aderisca ad alcun fondo, dovrebbe essere comunque liquidata all’Inps a copertura della disoccupazione involontaria.
I fondi, alimentati dai contributi dei datori di lavoro che vi aderiscono, finanziano i piani formativi aziendali, settoriali e territoriali che le imprese (in forma singola o associata) realizzano per i propri dipendenti, assieme ai piani formativi individuali; finanziano, poi, ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse alle iniziative formative.
Le azioni formative, in ogni caso, possono avere carattere:
aziendale: si tratta, comunemente, di interventi promossi dalle imprese per accompagnare i processi di trasformazione e di ristrutturazione;
pluriaziendale: le piccole e medie imprese possono presentare congiuntamente piani di formazione, rivolti ai propri dipendenti per il raggiungimento dello stesso obiettivo, in riferimento agli stessi temi o argomenti, oppure a metodologie e strumentazioni comuni;
individuale: si tratta di interventi sperimentali, finalizzati al rilancio e allo sviluppo delle competenze possedute da lavoratori dipendenti, sulla base di progetti elaborati da singoli lavoratori, che possono utilizzare l’assistenza tecnica di centri di orientamento e di formazione professionale.